Con il termine Bushcraft si fa riferimento a un insieme di discipline, tecniche (mentali e fisiche) e attività fuori pista (outdoor) che permettono all’Uomo di vivere e sopravvivere in ambienti naturali e selvaggi sfruttandone le risorse per soddisfare i bisogni primari.
Etimologia ed evoluzione storica del significato
Bushcraft è composto dalle parole inglesi: da bush = selva, foresta e craft = saper fare. Secondo Wikipedia, il Bushcraft indica: “un insieme di conoscenze e tecniche atte a vivere in un ambiente naturale“, ma si tratta di una definizione troppo generica, per cui sono possibili diverse interpretazioni.
Il termine cominciò a essere impiegato all’inizio dell’Ottocento, quando veniva utilizzato nelle colonie olandesi per indicare le zone selvagge; quindi si diffuse in molte altre regioni tra cui Australia, Nuova Zelanda, USA e Gran Bretagna.
La vera essenza del Bushcraft proviene quindi dalle esperienze dei coloni olandesi che si muovevano e vivevano in luoghi remoti e selvaggi e quindi dovevano conoscere alcune tecniche di orientamento e sopravvivenza. Il Bushcraft si può tradurre, quindi, con: “attività fuori pista”, intendendo tutte le avventure che vengono svolte in ambienti non civilizzati, al di fuori dei percorsi segnati dall’uomo, completamente immersi nella natura selvaggia.
Le origini
Le origini del Bushcraft sono antichissime: occorre tornare indietro alla Preistoria, e in particolare al Paleolitico, quando l’Uomo viveva allo stato nomade nella Natura selvaggia grazie alla caccia, alla pesca e alla raccolta e procacciare il cibo rappresentava la principale attività della sua esistenza; era costretto a spostarsi continuamente nel territorio per seguire gli animali da cacciare e si copriva con le loro pelli per proteggersi dal freddo e mantenere il corpo al caldo. Il nomadismo lo spingeva a cercare luoghi di riparo sicuri e, successivamente, a costruire dei ripari artificiali facilmente trasportabili, come le tende in legno o di pelli, in alternativa ai rifugi naturali quali grotte e caverne. Conosceva l’uso del fuoco che utilizzava per cuocere il cibo, proteggersi dai predatori e riscaldarsi. Con la tecnica della scheggiatura produceva piccoli manufatti (utensili, armi e strumenti) ricavati dalla selce e dalle ossa degli animali uccisi.
Chi è il bushcrafter
Il bushcrafter ama la Natura; sa esplorare e adattarsi; ama andare all’avventura: sceglie sempre percorsi non segnalati e ambienti incontaminati per vivere l’adrenalina della sfida sempre nuova da affrontare; utilizza le risorse naturali fornite dall’ambiente (bosco o comunque spazi all’aperto); mette in pratica le tecniche base di sopravvivenza in sicurezza e impara a fare praticamente tutto con pochi strumenti base sviluppando una grande capacità di adattamento.
Probabilmente è una persona ottimista e serena: le esperienze di sopravvivenza lontane dalla vita quotidiana, l’immersione nella Natura, il mettersi alla prova, gli permettono di ricevere nuovi stimoli, di dare spazio alla riflessione e alla creatività, di ritrovare la concentrazione e la propria interiorità, riducendo, così, ansia e stress.
